TERZA DI COPERTINA: “La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia”. Se conosciamo Vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le “Quattro stagioni”, ciò è dovuto alle peripezie dimenticate – assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo drammatico e farsesco – che questo romanzo storico rivela. Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell’avidità di un vescovo salesiano e l’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Gentili e Torri, musicologo dell’Università di Torino il primo, e direttore della Biblioteca Nazionale della città il secondo. Ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. Causa stavolta l’indifferenza dello Stato, l’odiosa idiozia antisemita del regime fascista, l’opportunismo e l’ingratitudine dei nuovi padroni dell’Italia.
APPUNTI DISORDINATI DI LETTURA: Gustoso e avvincente.. Quando inizi a leggere un libro come questo … con un argomento importante fatto da un autore che è il massimo esperto mondiale della musica vivaldiana ti aspetti una scrittura accademica e anche molto trombonista (mi sia pevmesso il tevmine). Sardelli, invece, riesce a mescolare i vari filoni narrativi senza annoiare il lettore (un lettore annoiato è un lettore perso) facendo scoprire un epoca e un personaggio misconosciuto alla maggioranza degli italiani che di Vivaldi conosce a malapena ” Le quattro Stagioni” e chissà forse se si ricorda di Tiziano Scarpa e del suo romanzo vincitore del Premio Strega “Stabat Mater”. Mentre lo leggevo e viste le continue descrizioni di cene luculliane mi è anche tornato in mente un altro libro di Sellerio “Odore di Chiuso” di Malvandi che attraverso un giallettino ambientato nella campagna vicina alla Bolgheri di Giosuè Carducci ci racconta la difficile unificazione dell’Italia e ci presenta la figura di chi invece l’Italia l’ha unificata a tavola … Pellegrino Artusi ..
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