Allora il sommo rabbino andò sulle rive della Moldava e piantò sotto il ponte di pietra, nascosto agli sguardi degli uomini, un arbusto di rose e rosmarino. E su entrambi pronunciò le parole dell’incantesimo. Allora una rosa rossa sbocciò dal cespuglio e il fiore del rosmarino si tese verso di lei e l’avvinse. E ogni notte l’anima dell’imperatore volava nella rosa rossa e l’anima dell’ebrea nel fiore del rosmarino
Praga, fine del 16° secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, personalità misteriosa. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte; ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Lo?w, autore di sortilegi, cabbalista, creatore del Golem. Dentro questa Praga magica Perutz intreccia le sue fantastiche invenzioni narrative intorno a un perno che è l’emblematico, inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti.